WHISTLEBLOWING: LA NUOVA NORMATIVA PER LE AZIENDE

Dal 31 marzo 2023 le aziende italiane, in conformità alla Direttiva Europea, saranno obbligate a dotarsi di sistemi per la segnalazione degli illeciti in forma anonima e protetta.

Il Whistleblowing è uno strumento di compliance aziendale per la segnalazione di illeciti da parte di dipendenti o di terzi in modo riservato e protetto, come violazioni di leggi o regolamenti, reati e casi di corruzione o frode, oltre a situazioni di pericolo per la salute e la sicurezza pubblica.

**Cosa significa whistleblowing?**

Una piattaforma per l’ammonizione e la segnalazione alle autorità di comportamenti illeciti in azienda: da “whistle”, fischietto, e “to blow”, soffiare, la traduzione di whistleblowing riconduce all’azione del fischio arbitrale per segnalare, appunto, un’infrazione o un’azione scorretta.

Dal 2012, con la Legge 90/2012, le pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo di dotarsi di sistemi di prevenzione alla corruzione, tra cui un meccanismo di whistleblowing. È entrato in vigore lo scorso 30 marzo il decreto legislativo n. 24 del 10 marzo 2023, con il quale è stata recepita la Direttiva UE n. 2019/1937 in materia di protezione dei lavoratori che segnalano violazioni del diritto dell’Unione e della normativa nazionale.

Nuova normativa su Whistleblowing 2023: quali aziende sono obbligate ad adottare sistemi per il whistleblowing?

Il 2023 è l’anno cruciale per il whistleblowing nel settore privato: dal 31 marzo 2023, infatti, sono operativi i nuovi obblighi che estendono le tutele in materia di segnalazione degli illeciti alle aziende private.

Con l’approvazione del D.LGS 24/2023, le aziende italiane sono obbligate ad implementare un canale interno per la gestione della segnalazione degli illeciti. Sono tenute ad adeguarsi le aziende che nell’ultimo anno hanno impiegato una media di almeno cinquanta lavoratori subordinati a tempo indeterminato o determinato.

Le date fondamentali per adempiere alla normativa sono:

Azienda con più di 250 dipendenti: obbligo in vigore dal 15 Luglio 2023
Azienda tra i 50 e i 249 dipendenti: obbligo in vigore dal 17 Dicembre 2023.

Quali sono gli illeciti segnalabili con un sistema di whistleblowing?

Oggetto di whistleblowing sono comportamenti, atti od omissioni lesivi dell’interesse pubblico, dell’integrità dell’amministrazione o dell’azienda privata, relativi a:

Illeciti amministrativi, contabili, civili o penali;
Illeciti rilevanti ai sensi del decreto legislativo n. 231/2001 o violazione dei modelli di organizzazione e gestione previste;
Illeciti nell’ambito degli atti comunitari o nazionali in materia di appalti, servizi e prodotti finanziari, così come ad esempio la sicurezza dei trasporti, la tutela degli ambienti e la salute pubblica;
Atti od omissioni lesivi degli interessi finanziari dell’UE o del mercato interno.

Sanzioni e segnalazioni di whistleblowing

La gestione delle segnalazioni è spiegata nelle Linee Guida Anac Whistleblowing 2023. In sintesi, il mancato adeguamento alla normativa o la mancata gestione delle segnalazioni ricevute da parte delle aziende prevedono sanzioni fino a € 50.000 da parte di ANAC (Autorità Nazionale AntiCorruzione)
L’azienda inoltre potrebbe incorrere in sanzioni anche in caso di misure ritorsive o condotte vessatorie nei confronti del segnalante, e se ostacolasse la segnalazione o violasse l’obbligo di riservatezza.

Come adeguarsi alle nuove regole sul whistleblowing per le aziende?

Le aziende dovranno quindi dotarsi di un sistema di segnalazione interna che possa garantire la riservatezza dell’identità del segnalante e del segnalato, così come del contenuto della segnalazione e dei documenti a supporto, mentre per quanto riguarda le procedure esterne, sarà l’ANAC ad occuparsene.

In caso di mancato riscontro alla segnalazione entro i termini previsti (7 giorni o 3 mesi), così come nell’eventualità in cui si incorra in un pericolo imminente o in un palese rischio di ritorsioni, le segnalazioni verranno affiancate dalla divulgazione pubblica.

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