Nel 2020 la pandemia ha accellerato l’adozione di comportamenti tecnologici, nel 2021 in che misura questi cambiamenti si manterranno?

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Raffaella Iarrapino (Readytec) invitata a parlare sul tema della Digitalizzazione Aziendale al Glocal Economic Forum di ESG89

21 gennaio 2021

Raffaella Iarrapino: Nel periodo della pandemia, il tema della digitalizzazione si è imposto con forza. La sfida attuale è quella di continuare questo trend, perché crescere in maniera digitale è essenziale per restare competitivi sul mercato.

Si è tenuto il primo incontro del Glocal Economic Forum dedicato alla digitalizzazione, con ospiti provenienti dal mondo delle Imprese, Università, Amministrazioni Pubbliche, Confindustria.

 

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Grignolo (AD H-Farm): “l’Italia è caratterizzata da una spiccata vivacità imprenditoriale, dalla capacità innata di innovare e da una tradizione solida a livello manifatturiero: questi elementi costituiranno il terreno fertile da cui può partire la rivoluzione digitale anche nel nostro paese

La pandemia ha reso imprescindibile la dimensione digitale: le imprese hanno il compito di conservare quest’approccio, diventando più efficienti e competitive. Proprio di questo si è parlato durante il Glocal Economic Forum, l’evento digitale organizzato da ESG89 Group dedicato alla digitalizzazione e trasmesso in diretta streaming.

Il panel ha coinvolto imprenditori, manager, istituzioni, consulenti e docenti, invitandoli a riflettere sul tema del digitale: un argomento ormai al centro delle dinamiche di mercato, che presenta numerose implicazioni per tutti gli stakeholder economici.

Del resto, come ha affermato in apertura Giovanni Giorgetti, Presidente ESG89, “La digitalizzazione, insieme alla sostenibilità, sarà uno dei fattori strategici che caratterizzerà la ripresa economica delle aziende, per cui va affrontata con perseveranza e intelligenza”.

Sotto questo punto di vista, la strada da compiere è ancora lunga, soprattutto per quanto riguarda le PMI che talvolta, per mancanza di risorse o lungimiranza, non riescono a trasformare rapidamente i propri modelli di business.

L’evoluzione digitale che tutti abbiamo affrontato a livello personale negli ultimi anni – ha spiegato Angelo Di Gregorio. Direttore del Consorzio Interuniversitario CRIET – non è avvenuta con lo stesso impatto a livello dei processi industriali e della catena distributiva.

La società è cambiata e il consumatore ha acquisito un ruolo sempre più attivo, influenzando le scelte aziendali. La tecnologia deve aiutare le imprese a modificare le proprie attività, in modo da cogliere tali fenomeni”.

Come hanno evidenziato i vari ospiti, nonostante alcune carenze strutturali, il nostro Paese dispone di tutte le potenzialità necessarie per intraprende la svolta digitale.

Ne è convinto Alberto Grignolo, AD di H-Farm, secondo il quale “l’Italia è caratterizzata da una spiccata vivacità imprenditoriale, dalla capacità innata di innovare e da una tradizione solida a livello manifatturiero: questi elementi costituiranno il terreno fertile da cui può partire la rivoluzione digitale anche nel nostro paese”.

Secondo Marco Gay, Presidente Confindustria Piemonte e AD di Digital Magics, uno stimolo importante all’innovazione digitale può arrivare dalle start-up, che spesso rappresentano la parte più vitale del tessuto economico nazionale, capaci di introdurre una nuova visione imprenditoriale.

Le start-up presentano un management inclusivo, per cui sanno proporre un nuovo modo di fare impresa, basato sulle competenze digitali”, ha affermato Gay.

Come hanno precisato Silvio Antonio Varagnolo, PwC consulting technology leader e Raffaella Irrapino, responsabile marketing & Pr di Readytec, per compiere un definitivo salto di qualità sul lato della digitalizzazione è fondamentale che avvenga un mutamento nella cultura aziendale.

Gli imprenditori – ha sottolineato Iarrapino – devono acquisire una mentalità digitale a 360 gradi, in modo che la tecnologia possa permeare tutti i processi industriali”.

Questo passaggio, ha precisato Varagnolo, deve coinvolgere innanzitutto i giovani talenti, “abbattendo quella cultura verticistica che talvolta inibisce le iniziative dei ragazzi all’interno delle aziende”.

Se è vero che i giovani possono essere in prima linea nella digitalizzazione, è altrettanto vero che le competenze tecnologiche non costituiscono più una prerogativa soltanto dei ragazzi.

Come ha notato Enrico Baccichetto (Banca Finint), “la digitalizzazione dei processi e dei servizi bancari, per le persone meno giovani, non è più percepita come un ostacolo, bensì come un’opportunità. La barriera anagrafica dei clienti in termini di digitalizzazione sta ormai venendo meno”.

Si tratta, in ogni caso, di mutamenti complessi, che richiedono competenze specifiche e possono risultare gravosi per le finanze delle aziende.

Per questi motivi, appare fondamentale il supporto delle istituzioni che dovranno guidare le imprese, accompagnandone la trasformazione.

Ne è convinto Andrea Tronzano, Assessore al Bilancio, Finanze e Programmazione economico-finanziaria della Regione Piemonte, secondo cui gli enti locali dovrebbero svolgere un ruolo di programmazione, agendo su due direttrici primarie: “l’eliminazione dei divari a livello territoriale e il consolidamento della partnership tra pubblico e privato”.

Gli strumenti digitali, in alcuni contesti, hanno avuto un impiego crescente negli ultimi mesi, allo scopo di sopperire alle restrizioni imposte dalla pandemia.

Ne sono un esempio il turismo e il settore delle fiere internazionali, ambiti duramente danneggiati dalla crisi attuale. Ciò nonostante, la tecnologia ha impedito che gli eventi si arrestassero del tutto.

Di certo, gli strumenti digitali non possono sostituire il contatto diretto che avviene durante gli incontri in presenza: tuttavia, ha spiegato Francesca Selva, Frankfurt Messe Italia, “le tecnologie offrono un supporto importante agli attori fieristici, configurandosi come veri e propri strumenti di mercato che permettono alle aziende di ampliare database, flussi e contatti.

La stessa prospettiva è condivisa anche da Noemi Cazzola, del Gruppo Marriot, secondo la quale “gli eventi digitali consentono ai clienti di personalizzare la propria offerta: questo è un valore aggiunto che va conservato anche nel futuro post-pandemico”.

Di Lorenzo di Anselmo